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Verso un cambiamento necessario

  • ioabitocatcalling
  • 1 giu 2021
  • Tempo di lettura: 4 min

Su ABITO, il mese di maggio è stato dedicato alla possibilità di innescare - in merito al catcalling - un ragionamento circa la necessità di spingere verso un cambiamento, verso una soluzione normativa capace di garantire i diritti di tutti, in egual misura!

Il riferimento scientifico del mese è stato lo studio di Plan International sulla sicurezza per le strade. Clicca qui per una sintesi di (IN)SICURE PER LA STRADA.*


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* Riportiamo dallo studio. RIGUARDO L’INDAGINE: La ricerca “(In) sicure in città” è stata condotta in collaborazione con il laboratorio XYX di Monash e Crowdspot a Delhi, Kampala, Lima, Sydney e Madrid, utilizzando Free to Be, uno strumento di indagine che usa la geo-localizzazione, progettato in collaborazione con ragazze e giovani. Questo strumento consente agli utenti di identificare e condividere gli spazi pubblici in cui si sentono a disagio e spaventati o, al contrario, sicuri e felici. In questo studio “Insicure per strada”, i dati sono stati analizzati nuovamente per esaminare aspetti specifici delle molestie di gruppo per strada da parte di uomini e ragazzi.

Dopo la denuncia social di Aurora Ramazzotti, avvenuta nel mese di Aprile, questa strana parola inglese, che è catcalling, è arrivata alle orecchie di tutti e di tutte scatenando polemiche e schieramenti: è assurdo constatare che un fenomeno così diffuso non sia conosciuto - soprattutto considerate le evidenze che vedono la "diffusione e l'accettazione sociale delle molestie [...] per le strade della città"* - ed è ancora peggio apprendere che viene pubblicamente sminuito da personaggi pubblici e della politica tanto da portare a costituire coalizioni favorevoli o contrarie.


Non si può essere a favore del catcalling, non si può dubitare del fatto che costituisca un reato. Se questo succede è perché non se ne parla e non si prende in considerazione che quelli che alcuni chiamano "complimenti" sono, invece, molestie verbali che limitano la libertà altrui.


* Nel 2018, l’innovativo rapporto di Plan International “(In) sicure in città” evidenziò la diffusione e accettazione sociale delle molestie e gli abusi sofferti dalle ragazze e dalle giovani donne nelle strade delle loro città

La domanda da cui siamo partite è riportata a latere (pg. 1) dello studio di Plan International: "Perché le molestie di gruppo per strada sono viste come un comportamento innocuo, normale e socialmente accettato, quando in realtà per le ragazze e le giovani donne è intimidatorio, restrittivo e mortificante?"


La risposta di ABITO, tra parole, ricerche scientifiche e rielaborazioni artistiche.

Il glossario di ABITO.


Cucire insieme significati nuovi: per un’ontologia del femminile.


Il #catcalling segna la vittima nel profondo poiché la porta a sentirsi colpevole di un gesto oltraggioso rispetto al quale non ha nessuna possibilità di intervento.

Per trovare soluzioni, in ogni società civile, vi è la legge; a oggi, però, in Italia non vengono riconosciuti alcuni tipi di reati, come il catcalling.

Nell’impegno a riconoscerlo come tale è la società, che ha il compito di evitare vittime inutili, di supportare quelle che, loro malgrado, lo sono già diventate e di educare i prossimi possibili carnefici a comprendere il peso delle parole.


La misura dell’intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando è necessario.

Non vogliamo aspettare che diventi necessario, vogliamo andare verso un cambiamento.


In alcuni paesi il #catcalling è giustamente considerato reato. In Francia è già punito penalmente (i trasgressori sono perseguiti con una multa da 90,00 a 750,00 euro). Nelle Filippine, dal 2019, è stato regolamentato il Safe Spaces Act o Bawal Bastos Act che punisce il catcalling, insieme ad altre molestie che mettono a rischio l’incolumità negli spazi pubblici e privati, con pene che vanno dalla multa alla reclusione. Simili misure esistono anche in Belgio, Portogallo, Finlandia e Nuova Zelanda.


In Italia, invece, sono ancora “solo complimenti” e questo non è più accettabile.

Iniziare dall'approfondimento del fenomeno del #catcalling e della violenza verbale di strada per andare verso un cambiamento.


Cosa possiamo fare, nel concreto, per combattere il #catcalling?


Scarica gratuitamente la sintesi di (IN)SICURE PER LA STRADA, clicca qui.

Usare l'arte per trasformare la violenza in un moto propulsivo di cambiamento.


#1 Sciogliere il nodo


Valentina Di Cataldo per ABITO con un'opera cross-mediale che racconta la potenza delle donne, di tutte le donne, di “tutte le altre che come te, prima di te, vennero lì e si fermarono e insieme lo guardarono”


#2 Donna eleganza


Carlotta Sinibaldi, sulle note di Don’t be so hard on yourself di Jess Glyne, danza l'eleganza di un corpo che rivendica la potenza del suo essere donna.

ABITA, clicca qui


#3 Inarrestabile ebbrezza


Eleonora Negrisoli racconta, attraverso l'arte del collage, la donna come ebbrezza inarrestabile, come stella cometa che incontra i suoi punti, come gemella e compagna del suo viaggio. Una donna doppia che danza e non arresta mai la sua corsa, che prende il volo verso il suo cielo e lascia tutt’intorno la sua ebbrezza.

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Le novità del mese:


Su culturefuture.net si parla del nostro progetto di sensibilizzazione nei confronti del tema del #catcalling. Per tutti gli aggiornamenti sulla nostra community di artiste e sui progetti futuri leggi l'intervista di Francesca D'Agnano. Clicca qui.




Ogni ultima settimana del mese La rubrica Grandi Artiste, per raccontarvi la vita di grandi donne che hanno fatto la Storia. Dopo la musica e la danza, maggio è stato il mese del giornalismo e della parola scritta.

Abbiamo raccontato le storie di: Joan Didion, Franca Sozzani e Anna Politkovskaja.


ABITA! Se vuoi conoscere il nostro progetto, se sei curios_ e vuoi avere +info, se vuoi ricevere tutti gli aggiornamenti:

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